Lotto No. 295


Antoni Tàpies *


(Barcellona 1923–2012)
Matèria i Dos Peus – dittico, 1997, tecnica mista (polvere di marmo, legante, vernice) su tavola, ciascuno 38,5 x 46 cm, misure complessive 38,5 x 92 cm, su telaio, (2)

Certificazione fotografica:
Miquel Tàpies, Fundacio Antoni Tàpies, Barcellona, 26 novembre 1999. L’opera è registrata presso l’archivio con il n. T-7693.

Provenienza:
Sala Pelaires, Palma di Maiorca (timbro sul verso)
Galerie Lelong, Zurigo
Collezione privata, Germania
Esposizioni/pubblicato:
Galerie Lelong, Zurigo (etichetta della galleria), 1997-1998, n. cat. 6 (con riproduz.)
Pelaires, Centre Cultural Contemporani, Palma di Maiorca, 1999, Pelaires, 30 anys, p. 31 (con riproduz.)
ARCO Madrid 2000, Galerie Lelong, Parigi

Bibliografia:
Anna Agusti, Tapies, Obra completa, vol. 7, 1991 – 1997, Barcellona 2003, p. 507, n. 7049

“Le lettere hanno una valenza simbolica particolare per me. A volte si riferiscono a concetti esoterici, a magici incantesimi, o rappresentano un’idea filosofica.
Alcune lettere rappresentano i nomi delle persone amate, di mia moglie, dei miei figli. Utilizzo l’unione della A e della T più e più volte. Ha un doppio significato. Rappresenta le iniziali del mio nome, Antoni Tàpies, e allo stesso tempo il collegamento fra me e Teresa.”
Antoni Tàpies in: Boisserée Gallery, catalogo della mostra, Antoni Tàpies, Colonia 2011

“Ovunque guardiamo, siamo bombardati oggi da colori sgargianti, che schiamazzano, nella pubblicità, sui media. Per questo motivo ho ricercato una scala cromatica con colori attenuati, che corrispondesse maggiormente a un mondo interiore, filosofico.”
Antoni Tàpies in: Boisserée Gallery, catalogo della mostra, Antoni Tàpies, Colonia 2011

Antoni Tàpies creò i suoi primi dipinti materiali già sul finire degli anni Cinquanta del Novecento; da allora, le sue instancabili sperimentazioni e variazioni non sono mai cessate. Attraverso la sperimentazione con la polvere di marmo, la sabbia, diversi tipi di vernici e con la più grande varietà di materiali di supporto, nuove opere vennero costantemente create per lasciare stupefatto l’osservatore, per via delle loro diverse strutture, delle loro materialità e del loro aspetto tridimensionale. “Normalmente i dipinti sono composti da colori e superfici. Io, tuttavia, sperimento con un terzo elemento – la struttura materiale della sostanza. Se si applicano strati spessi, ecco che forme selvagge con rotture e lacerazioni emergono.”
Il “dialogo” con i materiali è importante, secondo Tàpies, dato che solo a quel punto le cose che egli immagina diventano effettive. E si prova costantemente una sorpresa, anche in presenza della più accurata progettazione nell’uso di materiali molto diversi fra loro, quando compaiono crepe imprevedibili o i materiali interagiscono l’uno con l’altro in modi inattesi eppure affascinanti.
La polvere di marmo usata per “Dos Peus”, per via della sua plasticità, rafforza il peso apparente delle impronte, a cui sono stati aggiunti i segni lasciati da martello, ganci, pinze e lucchetto, come oggetti votivi. Le due orecchie con la croce sono racchiuse da un misto di pigmenti colorati come un’aureola divina, in cui la forma delle orecchie è inscritta con l’ausilio di un dito.
“In un certo senso, le immagini in cui raffiguro parti del corpo umano, piedi, gambe, braccia, sono paragonabili a ex-voto, quelle repliche in cera di organi e membra che quelli che fra noi sono credenti portano in chiesa. Sperano che, tramite queste offerte, le loro preghiere vengano ascoltare, le loro richieste esaudite, o una malattia sanata. Talvolta le offerte votive vengono sacrificate anche per rendere grazie.”

31.05.2017 - 19:00

Prezzo realizzato: **
EUR 72.500,-
Stima:
EUR 60.000,- a EUR 80.000,-

Antoni Tàpies *


(Barcellona 1923–2012)
Matèria i Dos Peus – dittico, 1997, tecnica mista (polvere di marmo, legante, vernice) su tavola, ciascuno 38,5 x 46 cm, misure complessive 38,5 x 92 cm, su telaio, (2)

Certificazione fotografica:
Miquel Tàpies, Fundacio Antoni Tàpies, Barcellona, 26 novembre 1999. L’opera è registrata presso l’archivio con il n. T-7693.

Provenienza:
Sala Pelaires, Palma di Maiorca (timbro sul verso)
Galerie Lelong, Zurigo
Collezione privata, Germania
Esposizioni/pubblicato:
Galerie Lelong, Zurigo (etichetta della galleria), 1997-1998, n. cat. 6 (con riproduz.)
Pelaires, Centre Cultural Contemporani, Palma di Maiorca, 1999, Pelaires, 30 anys, p. 31 (con riproduz.)
ARCO Madrid 2000, Galerie Lelong, Parigi

Bibliografia:
Anna Agusti, Tapies, Obra completa, vol. 7, 1991 – 1997, Barcellona 2003, p. 507, n. 7049

“Le lettere hanno una valenza simbolica particolare per me. A volte si riferiscono a concetti esoterici, a magici incantesimi, o rappresentano un’idea filosofica.
Alcune lettere rappresentano i nomi delle persone amate, di mia moglie, dei miei figli. Utilizzo l’unione della A e della T più e più volte. Ha un doppio significato. Rappresenta le iniziali del mio nome, Antoni Tàpies, e allo stesso tempo il collegamento fra me e Teresa.”
Antoni Tàpies in: Boisserée Gallery, catalogo della mostra, Antoni Tàpies, Colonia 2011

“Ovunque guardiamo, siamo bombardati oggi da colori sgargianti, che schiamazzano, nella pubblicità, sui media. Per questo motivo ho ricercato una scala cromatica con colori attenuati, che corrispondesse maggiormente a un mondo interiore, filosofico.”
Antoni Tàpies in: Boisserée Gallery, catalogo della mostra, Antoni Tàpies, Colonia 2011

Antoni Tàpies creò i suoi primi dipinti materiali già sul finire degli anni Cinquanta del Novecento; da allora, le sue instancabili sperimentazioni e variazioni non sono mai cessate. Attraverso la sperimentazione con la polvere di marmo, la sabbia, diversi tipi di vernici e con la più grande varietà di materiali di supporto, nuove opere vennero costantemente create per lasciare stupefatto l’osservatore, per via delle loro diverse strutture, delle loro materialità e del loro aspetto tridimensionale. “Normalmente i dipinti sono composti da colori e superfici. Io, tuttavia, sperimento con un terzo elemento – la struttura materiale della sostanza. Se si applicano strati spessi, ecco che forme selvagge con rotture e lacerazioni emergono.”
Il “dialogo” con i materiali è importante, secondo Tàpies, dato che solo a quel punto le cose che egli immagina diventano effettive. E si prova costantemente una sorpresa, anche in presenza della più accurata progettazione nell’uso di materiali molto diversi fra loro, quando compaiono crepe imprevedibili o i materiali interagiscono l’uno con l’altro in modi inattesi eppure affascinanti.
La polvere di marmo usata per “Dos Peus”, per via della sua plasticità, rafforza il peso apparente delle impronte, a cui sono stati aggiunti i segni lasciati da martello, ganci, pinze e lucchetto, come oggetti votivi. Le due orecchie con la croce sono racchiuse da un misto di pigmenti colorati come un’aureola divina, in cui la forma delle orecchie è inscritta con l’ausilio di un dito.
“In un certo senso, le immagini in cui raffiguro parti del corpo umano, piedi, gambe, braccia, sono paragonabili a ex-voto, quelle repliche in cera di organi e membra che quelli che fra noi sono credenti portano in chiesa. Sperano che, tramite queste offerte, le loro preghiere vengano ascoltare, le loro richieste esaudite, o una malattia sanata. Talvolta le offerte votive vengono sacrificate anche per rendere grazie.”


Hotline dell'acquirente lun-ven: 10.00 - 17.00
kundendienst@dorotheum.at

+43 1 515 60 200
Asta: Arte contemporanea I
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 31.05.2017 - 19:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 20.05. - 31.05.2017


** Prezzo d’acquisto comprensivo dei diritti d’asta acquirente e IVA

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