(Port Arthur/Texas 1925–2008 Captiva Island/Florida)
Senza titolo (Serie Egizia), 1974, firmato: Rauschenberg 74, trasferimento con solvente su garza e cartone applicato su tavola, 170,2 x 102,8 cm, con cornice, (MCC)

Provenienza:
Christie’s, New York, 22 febbraio 1996, lotto 79

The Contemporary Art Museum, St. Louis
Christie’s New York, 17 maggio 2007, lotto 276
Collezione privata europea

Rauschenberg cominciò a eseguire dipinti in serigrafia nel 1962. Ebbe la sua prima retrospettiva, organizzata dal Museo Ebraico di New York, nel 1963 e vinse il Gran Premio per la pittura alla Biennale di Venezia. Per buona parte del resto degli anni Sessanta si dedicò a progetti più collaborativi, fra cui la stampa tipografica, la performance, la coreografia, la scenografia e opere che coniugavano arte e tecnologia.Nel corso dei decenni successivi continuò a declinare il proprio lavoro artistico in una varietà di ambiti diversi.
Verso la fine degli anni Settanta, Rauschenberg si stabilì in maniera permanente e aprì uno studio a Captiva Island, in Florida. Lì infine acquisì 20 acri [circa 8 ettari, ndt] di territorio insulare da utilizzare come spazio di lavoro, affinché rimanessero riserva naturale. Uno dei suoi primi progetti a Captiva Island furono gli Antichi Egizi (Early Egyptians, 1973-1974), l’ultimo dei quali consiste in una serie di sculture e rilievi murali ricavati da scatole usate. La serie degli Antichi Egizi, probabilmente ispirata da un libro sull’Egitto che gli fu regalato, possiede una sorta di triste e sciocca magnificenza. Per un’opera del 1974 priva di titolo, Rauschenberg ricoprì delle scatole con la colla e le fece rotolare sulla sabbia. Poi le accatastò in modo che sembrassero monumenti antichi – mastabe, steli o basamenti di statue di faraoni. Sotto la copertura sabbiosa si possono ancora intravedere le scritte rosse “FRAGILE HANDLE WITH CARE” [Fragile, Maneggiare con cura], che ora non si riferiscono più ai contenuti, ma alle scatole stesse. Attribuire a oggetti esposti lo stesso ossequio e la stessa bellezza che solitamente si concedono alle icone religiose non è una strategia che funzioni con tutto. Un certo tipo di arte non desidera che lo spettatore si genufletta.