(San Mateo, California 1923–1994 Santa Monica, California)
Senza titolo (SFP94–114), 1994, datato 7/26/94 sul telaio, timbrato con logo del Sam Francis Estate sul verso, numerato SFP94–114 sul riporto, acrilico su tela, 45,7 x 33,2 cm, con cornice, (PS)

L’opera è registrata presso la Sam Francis Foundation con il numero d’archivio SFP94-114

Provenienza:
Lascito dell’artista, California (1994)
Galleri Faurschou, Copenhagen (giugno 1996)
Collezione Kaare Berntsen, Oslo

Esposizioni/cataloghi delle esposizioni:
Los Angeles, Los Angeles County Museum of Art, Sam Francis: The Last Works, 25 maggio - 17 settembre 1995, catalogo della mostra (riprod. a colori);
Copenaghen, Galleri Faurschou, Sam Francis: The Last Works, 18 marzo - 5 giugno 1999, catalogo della mostra, pp. 12–13 e 38–39 (riprod. in b/n)

Bibliografia:
Debra Burchett-Lere, Sam Francis. Catalogue Raisonné of Canvas and Panel Paintings 1946–1994, Berkeley 2011, n. SFF.1767 (riprod. a colori)

Serrato fra l’intensa valutazione critica dell’arte precedente alla Seconda Guerra Mondiale e la tendenza contemporanea che si diffondeva per Europa e Stati Uniti, Sam Francis sviluppò il proprio stile individuale, la cui varietà di forme e colori testimoniava in particolar modo l’immensa energia investita dall’artista nel promuovere la causa dell’arte astratta. Nella prima fase della propria opera, Francis fu considerato uno dei pionieri americani dell’espressionismo astratto. Ma, a differenza di altri protagonisti, quali Jackson Pollock, Franz Kline o Willem de Kooning, Francis si interessò meno all’impulso momentaneo che era alla base dell’action painting e si sentì molto più attratto dall’armonia che si poteva trovare nel coniugare colore, scala e composizione.

I suoi dipinti traggono il proprio peculiare vigore dai possenti contrasti fra i colori primari blu, rosso e giallo, la cui luminosità è ulteriormente accentuata grazie allo sfondo bianco e alle accentuazioni tratteggiate all’uopo con il colore nero. L’artista, che trascorse periodi a Parigi e in Giappone, ricerca un’inflessibilità evidente nel guidare i colori attraverso la tela: nonostante una certa indulgenza riguardo alla direzione in cui la materia pittorica desidera scorrere, egli mantiene tuttavia mano salda sui suoi movimenti circolari e sui suoi spruzzi. Questo processo genera un flusso costante di modulazioni originali nel colore e nella forma, che non mancano mai di affascinare l’osservatore. Questi due pezzi non sembrano neanche lontanamente essere stati composti per coincidenza; sono invece – nonostante il dinamismo delle loro forme – permeati da equilibrio che è tipico di Sam Francis. Entrambi i pezzi, prodotti nell’ultimo anno di vita dell’artista, sono caratterizzati dalla forza espressiva dei colori e dalla spazialità del loro aspetto – l’ultimo, monumentale accordo di un’opera magnifica.