Panfilo Nuvolone
![Panfilo Nuvolone - Dipinti antichi Panfilo Nuvolone - Dipinti antichi](/fileadmin/lot-images/38A140409/normal/panfilo-nuvolone-3894289.jpg)
(Cremona 1581– Milano 1651)
Fruttiera con pesche,
olio su tavola, cm 34 x 40, in cornice
Ringraziamo il professor Alberto Cottino per avere confermato l’attribuzione dopo aver esaminato il dipinto in originale.
Il presente dipinto era ascritto tradizionalmente a Fede Galizia, ma Cottino sostiene di assegnarlo invece all’altro grande protagonista della prima stagione della natura morta lombarda, il cremonese Panfilo Nuvolone, attivo a Milano probabilmente già prima del 1608, pittore che talvolta viene ancora confuso con Fede. Questa tavola appare infatti una variante di una composizione replicata almeno un altro paio di volte da Panfilo Nuvolone (si veda L.Salerno, La natura morta in Italia 1560-1814, Roma, Ugo Bozzi, 1984, p. 64 figg. 16.3 e 16.4). Essa mantiene la stessa impostazione della fruttiera e delle pesche sia nella posizione centrale che nella tipologia, ma presenta importanti variazioni strutturali rispetto alle due tavole pubblicate da Salerno: infatti, nella prima, sono identiche la tipologia e la disposizione delle pesche, ma è diversa la fattura della fruttiera e al posto della pesca intera e di quella tagliata si vedono due beccacce poggiate sul tavolo, mentre nella seconda, similissima a questa, non compaiono i due fiori di gelsomino qui presenti e si nota qualche modifica dei rapporti proporzionali.
Differenze se vogliamo minime ma significative, che rendono il quadro qui studiato un’opera autonoma rispetto a ciascuno degli altri due. La qualità è del tutto degna del maestro cremonese, e quindi esso si pone come un’importante versione finora inedita di un soggetto che evidentemente aveva riscontrato un notevole successo presso i committenti milanesi. D’altronde sia Panfilo Nuvolone che Fede Galizia amavano replicare i propri soggetti, traendoli evidentemente da modelli e cartoni conservati in studio. Nuvolone non fu solo pittore di nature morte ma anche di pale d’altare, in cui propone un linguaggio stilisticamente ancorato al tardomanierismo lombardo-padano (in particolare ispirandosi ai modelli di Camillo Procaccini): le sue poche ma curatissime nature morte rappresentano invece l’avanguardia della sua pittura, e quanto di meglio (insieme a quelle di Fede Galizia, con cui si possono individuare profonde consonanze sia di stile che di approccio alla natura) propone la Lombardia nei primi decenni del secolo XVII.
Ringraziamo il professor Alberto Cottino per l'aiuto prestato nella catalogazione del presente dipinto.
09.04.2014 - 18:00
- Stima:
-
EUR 50.000,- a EUR 70.000,-
Panfilo Nuvolone
(Cremona 1581– Milano 1651)
Fruttiera con pesche,
olio su tavola, cm 34 x 40, in cornice
Ringraziamo il professor Alberto Cottino per avere confermato l’attribuzione dopo aver esaminato il dipinto in originale.
Il presente dipinto era ascritto tradizionalmente a Fede Galizia, ma Cottino sostiene di assegnarlo invece all’altro grande protagonista della prima stagione della natura morta lombarda, il cremonese Panfilo Nuvolone, attivo a Milano probabilmente già prima del 1608, pittore che talvolta viene ancora confuso con Fede. Questa tavola appare infatti una variante di una composizione replicata almeno un altro paio di volte da Panfilo Nuvolone (si veda L.Salerno, La natura morta in Italia 1560-1814, Roma, Ugo Bozzi, 1984, p. 64 figg. 16.3 e 16.4). Essa mantiene la stessa impostazione della fruttiera e delle pesche sia nella posizione centrale che nella tipologia, ma presenta importanti variazioni strutturali rispetto alle due tavole pubblicate da Salerno: infatti, nella prima, sono identiche la tipologia e la disposizione delle pesche, ma è diversa la fattura della fruttiera e al posto della pesca intera e di quella tagliata si vedono due beccacce poggiate sul tavolo, mentre nella seconda, similissima a questa, non compaiono i due fiori di gelsomino qui presenti e si nota qualche modifica dei rapporti proporzionali.
Differenze se vogliamo minime ma significative, che rendono il quadro qui studiato un’opera autonoma rispetto a ciascuno degli altri due. La qualità è del tutto degna del maestro cremonese, e quindi esso si pone come un’importante versione finora inedita di un soggetto che evidentemente aveva riscontrato un notevole successo presso i committenti milanesi. D’altronde sia Panfilo Nuvolone che Fede Galizia amavano replicare i propri soggetti, traendoli evidentemente da modelli e cartoni conservati in studio. Nuvolone non fu solo pittore di nature morte ma anche di pale d’altare, in cui propone un linguaggio stilisticamente ancorato al tardomanierismo lombardo-padano (in particolare ispirandosi ai modelli di Camillo Procaccini): le sue poche ma curatissime nature morte rappresentano invece l’avanguardia della sua pittura, e quanto di meglio (insieme a quelle di Fede Galizia, con cui si possono individuare profonde consonanze sia di stile che di approccio alla natura) propone la Lombardia nei primi decenni del secolo XVII.
Ringraziamo il professor Alberto Cottino per l'aiuto prestato nella catalogazione del presente dipinto.
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Asta: | Dipinti antichi |
Tipo d'asta: | Asta in sala |
Data: | 09.04.2014 - 18:00 |
Luogo dell'asta: | Vienna | Palais Dorotheum |
Esposizione: | 29.03. - 09.04.2014 |