(Argentan 1881–Gif-sur-Yvette 1955) Les deux mannequins, ca. 1938 monogrammato F. L., gouache su carta, cm 47 x 32,7, con dedica “a Mme Koenigsbergen souvenir de l’éxposition de Leverkusen - N. Léger», in cornice,(PS)

Expertise fotografica: Irus Hansma, Parigi, 4 gennaio 2013.
L'opera in oggetto sarà inserita nel “Répertoire des oeuvres sur papier de Fernand Léger” di Irus Hansma, attualmente in preparazione.

Provenienza: collezione Koenigsberg, Leverkusen
Galerie d’Art Graven, Parigi 1958,
Hillmann Family Collection, New York,
collezione privata New York.

Bibliografia: Braun, Emily, Manet to Matisse, The Hillman Family Collection, New York, 1994, pag. 96, tavola a pagina intera pag. 97 (il dipinto è accompagnato dal catalogo).

Mostre: Fernand Léger, Städtisches Museum Leverkusen – febbraio 1955

“Les deux mannequins è tipico di tutta una serie di gouache di Léger della fine degli anni Trenta, che gli servivano come esercizi nella concezione di composizioni di grande formato e pitture murali. Il disegno abbina l'inclinazione di Leger per la riduzione geometrica con i suoi oggetti liberamente fluttuanti e lo stile organico, biomorfo, del decennio precedente. Due forme umane altamente schematizzate, una in posizione frontale, l'altra di profilo, sono colte in piedi, l'una di fronte all'altra, in un campo rosso scuro a tinta unita. Le forme sono divise in una serie di aree geometriche variopinte circoscritte di linee nere, che hanno l'effetto di intagliare le figure in un altorilievo, come lastre di pietra o di legno. I colori e i contorni delineati avanzano e retrocedono, creando una mobilità visiva di mezzi puramente pittorici, congeniali alla piattezza del muro (...) L'iscrizione in basso a destra, di Nadja Léger (nata Khodossjevitch), per anni assistente dell'artista e sua seconda moglie, che egli sposò nel 1952, dice: “To Madame Koenigsberg, a souvenir of the Leverkusen exhibition”. Benché la destinataria sia sconosciuta, la mostra cui fa riferimento è quella di Léger che egli tenne nella città tedesca nel 1955, anno della sua morte.” (Braun, The Hillman Family Collection, pag. 96.)