(Aquisgrana 1914 nato) Senza titolo settembre 1953/I, firmato K. O. Götz, sul retro ancora una volta firmato e datato K. O. Götz SEPT. 1953/I, tecnica mista su tela, 55,3 x 70,4 cm, con cornice, (PS)

Bibliografia: Karl Otto Götz, Erinnerungen und Werk, volume 1a, Düsseldorf 1983, p. 626, n. 706.

Provenienza: Collezione privata, Renania del nord-Vesfalia.

“Dunque, la velocità dei calligrafi giapponesi ha motivazioni filosofiche e personali, di natura interiore (Zen). E tuttavia la velocità della mia pittura deriva da una tradizione, fondata dal surrealismo: la scrittura automatica. L’elevata velocità nel dipingere e raschiare mi consente di ottenere ritmi e strutture che non raggiungerei mai dipingendo e raschiando lentamente. C’è poi (grazie alla velocità) il caso, che crea elementi che mi sorprendono e che posso accogliere o rifiutare. In quest’ultimo caso tutto il quadro viene cancellato. [...] Posso dipingere i miei quadri soltanto se li dipingo il più velocemente possibile. La pittura veloce mi fa trovare una pennellata, un movimento, ritmi che la pittura lenta non mi darebbe mai. Non si potrebbe nemmeno abborracciare. Solo con la velocità sorgono strutture alle quali aspiro e che ho sperimentato. E poi c’è un altro aspetto molto importante: il caso. Grazie ad esso si manifestano dei fenomeni nel ductus, non solo schizzi, ma strie, movimenti, ritmi che non otterrei mai con la riflessione. D’altro canto il caso e la velocità producono anche cose che mi disturbano e che non si possono correggere. Allora cancello tutto il quadro. Quando non funzionano bene sin da principio ho sempre completamente cancellato i miei quadri con molta acqua e uno straccio finché la tela non sia di nuovo bianca come la neve e io possa ricominciare un’altra volta”
(Karl Otto Götz in: Catalogo della mostra Galerie Maulberger, Informelle Tendenzen, Wandel als Prinzip, Monaco 2005, p. 40 e seguenti)