Lotto No. 618


Francesco Guardi


Francesco Guardi - Dipinti antichi

(Venezia 1712–1793)
Capriccio con arco trionfale e paese sullo sfondo,
olio su tavola, cm 19,4 x 14,8, con cornice

Provenienza:
David Koetser, Zurigo;
collezione privata tedesca;
asta Koller, Zurigo, 17–19 settembre 1997, lotto 91;
importante collezione privata austriaca.

Il capriccio in esame, con un arco trionfale in riva al mare, è uno dei grandi esempi dei paesaggi e quadri di architetture del Guardi, frutto d'estrosa invenzione, caratterizzati da grande libertà artistica sotto forma di vivaci effetti chiaroscurali ed una pennellata apparentemente libera e impulsiva, con una stesura del colore a tratti pastosa. Guardi riscosse grande successo con questi suoi capricci, quasi sempre di piccolo formato, che andavano incontro al gusto dei suoi compatrioti; i committenti veneziani li preferivano evidentemente alla vedute veneziane eseguite con esattezza topografica destinate ai viaggiatori stranieri. Essi affascinavano per la grande inventiva del pittore e per i dettagli colti da vicino, per lo più antichi archi o colonne.

L'opera in esame è dominata dalle rovine di un grande arco che trasmette una chiara organizzazione della superficie pittorica e crea l'impressione della profondità. L'arco apre lo scorcio di un'animata fila di case, e svettando alto verso il cielo appare allo stesso tempo leggero e fluttuante. In primo piano un padre che indossa il tricorno e un mantello rosso conduce il figlioletto per mano; alla sua sinistra si vede presumibilmente un pescatore con suo figlio che reca un cestino. Nonostante il piccolo formato, la scena è altamente evocativa. Il motivo dell'arco di trionfo con la veduta di una città costiera è ricorrente in Guardi (cfr. A. Morassi, Guardi, 1973, vol. I, pp. 493/94, n. 994–997). Dario Succi ritiene che il dipinto in esame sia una delle versioni più felici, essendo molto prossima a quella dell'Accademia di Carrara a Bergamo (vedi ibidem, vol. II, tav. 879). All'Eremitage di San Pietroburgo si conserva un disegno che potrebbe aver funto da modello per questo dipinto e che può essere datato intorno al 1780 (A. Morassi, Guardi, Tutti i disegni, 1975, n. 647, tav. 619). Per il segno guizzante e l'intimo lirismo venato di una sottile malinconia, Succi colloca l'opera nella fase più matura del pittore, all'incirca nel 1785–1790.

Francesco Guardi fu insieme a Canaletto e Bellotto uno dei più importanti esponenti dell'epoca aurea del vedutismo veneziano settecentesco. Nato nel 1712, era figlio del pittore Domenico Guardi, morto prematuramente. L'educazione di Francesco fu affidata a suo fratello maggiore, Gianantonio, ed egli apprese il mestiere nella bottega di famiglia. Quando la sorella Maria Cecilia sposò Giovanni Battista Tiepolo, la famiglia di pittori Guardi si ritrovò apparentata con una delle maggiori personalità artistiche di Venezia. La produzione della bottega si concentrò prevalentemente sull'esecuzione di pale d'altare. Alla morte di suo fratello Gianantonio nel 1760 Francesco Guardi seguì la sua vera vocazione di paesaggista. Ricevette incarichi da mecenati privati e dalla Repubblica di Venezia, per cui fra l'altro eseguì il ciclo delle Dodici feste per il doge Alvise IV Mocenigo. Nel 1782 gli furono commissionati quattro dipinti che dovevano documentare la visita di Papa Pio VI. In occasione della visita del gran principe di Russia e consorte nella Serenissima, fu Guardi a dipingere i festeggiamenti che erano stati organizzati in suo onore.

Oltre alle vedute e alle feste veneziane, Guardi eseguì numerose scene di genere che ci danno un'immagine vivace e colorata delle mode, consuetudini e usanze dell'aristocrazia veneziana. Mentre Gianantonio Guardi come pittore di storie era uno dei membri fondatori dell'Accademia di Venezia, Francesco ne entrò a far parte soltanto nel 1784 nella categoria di pittore prospettico. Quando morì nel 1793 all'età di 81 anni, la bottega fu guidata da suo figlio Giacomo.

Dario Succi ha confermato l'attribuzione (comunicazione scritta).

15.10.2013 - 18:00

Prezzo realizzato: **
EUR 122.300,-
Stima:
EUR 100.000,- a EUR 150.000,-

Francesco Guardi


(Venezia 1712–1793)
Capriccio con arco trionfale e paese sullo sfondo,
olio su tavola, cm 19,4 x 14,8, con cornice

Provenienza:
David Koetser, Zurigo;
collezione privata tedesca;
asta Koller, Zurigo, 17–19 settembre 1997, lotto 91;
importante collezione privata austriaca.

Il capriccio in esame, con un arco trionfale in riva al mare, è uno dei grandi esempi dei paesaggi e quadri di architetture del Guardi, frutto d'estrosa invenzione, caratterizzati da grande libertà artistica sotto forma di vivaci effetti chiaroscurali ed una pennellata apparentemente libera e impulsiva, con una stesura del colore a tratti pastosa. Guardi riscosse grande successo con questi suoi capricci, quasi sempre di piccolo formato, che andavano incontro al gusto dei suoi compatrioti; i committenti veneziani li preferivano evidentemente alla vedute veneziane eseguite con esattezza topografica destinate ai viaggiatori stranieri. Essi affascinavano per la grande inventiva del pittore e per i dettagli colti da vicino, per lo più antichi archi o colonne.

L'opera in esame è dominata dalle rovine di un grande arco che trasmette una chiara organizzazione della superficie pittorica e crea l'impressione della profondità. L'arco apre lo scorcio di un'animata fila di case, e svettando alto verso il cielo appare allo stesso tempo leggero e fluttuante. In primo piano un padre che indossa il tricorno e un mantello rosso conduce il figlioletto per mano; alla sua sinistra si vede presumibilmente un pescatore con suo figlio che reca un cestino. Nonostante il piccolo formato, la scena è altamente evocativa. Il motivo dell'arco di trionfo con la veduta di una città costiera è ricorrente in Guardi (cfr. A. Morassi, Guardi, 1973, vol. I, pp. 493/94, n. 994–997). Dario Succi ritiene che il dipinto in esame sia una delle versioni più felici, essendo molto prossima a quella dell'Accademia di Carrara a Bergamo (vedi ibidem, vol. II, tav. 879). All'Eremitage di San Pietroburgo si conserva un disegno che potrebbe aver funto da modello per questo dipinto e che può essere datato intorno al 1780 (A. Morassi, Guardi, Tutti i disegni, 1975, n. 647, tav. 619). Per il segno guizzante e l'intimo lirismo venato di una sottile malinconia, Succi colloca l'opera nella fase più matura del pittore, all'incirca nel 1785–1790.

Francesco Guardi fu insieme a Canaletto e Bellotto uno dei più importanti esponenti dell'epoca aurea del vedutismo veneziano settecentesco. Nato nel 1712, era figlio del pittore Domenico Guardi, morto prematuramente. L'educazione di Francesco fu affidata a suo fratello maggiore, Gianantonio, ed egli apprese il mestiere nella bottega di famiglia. Quando la sorella Maria Cecilia sposò Giovanni Battista Tiepolo, la famiglia di pittori Guardi si ritrovò apparentata con una delle maggiori personalità artistiche di Venezia. La produzione della bottega si concentrò prevalentemente sull'esecuzione di pale d'altare. Alla morte di suo fratello Gianantonio nel 1760 Francesco Guardi seguì la sua vera vocazione di paesaggista. Ricevette incarichi da mecenati privati e dalla Repubblica di Venezia, per cui fra l'altro eseguì il ciclo delle Dodici feste per il doge Alvise IV Mocenigo. Nel 1782 gli furono commissionati quattro dipinti che dovevano documentare la visita di Papa Pio VI. In occasione della visita del gran principe di Russia e consorte nella Serenissima, fu Guardi a dipingere i festeggiamenti che erano stati organizzati in suo onore.

Oltre alle vedute e alle feste veneziane, Guardi eseguì numerose scene di genere che ci danno un'immagine vivace e colorata delle mode, consuetudini e usanze dell'aristocrazia veneziana. Mentre Gianantonio Guardi come pittore di storie era uno dei membri fondatori dell'Accademia di Venezia, Francesco ne entrò a far parte soltanto nel 1784 nella categoria di pittore prospettico. Quando morì nel 1793 all'età di 81 anni, la bottega fu guidata da suo figlio Giacomo.

Dario Succi ha confermato l'attribuzione (comunicazione scritta).


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old.masters@dorotheum.at

+43 1 515 60 403
Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 15.10.2013 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 05.10. - 15.10.2013


** Prezzo d’acquisto comprensivo dei diritti d’asta acquirente e IVA

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