(Jativa 1591– 1652 Napoli)
San Francesco,
olio su tela, cm 101,2 x 78,5, con cornice

Provenienza:
collezione privata, Napoli;
collezione privata europea.

Bibliografia:
N. Spinosa, Ribera: l’opera completa, Napoli 2003, pag. 365, tav. al n. A294.

Spinosa data il dipinto in esame intorno al 1643. E' vicino al San Francesco firmato e datato della collezione dei Medici (Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti; Spinosa 2003, n. A294), che tuttavia presenta una soluzione iconografica differente.

Il dipinto in questione mostra lo stile maturo del Ribera, in cui l'accentuato naturalismo si coniuga ad una nuova intensità che rende necessaria una nuova soluzione iconografica. Vi emerge dalla composizione sobria ma intensa: nella raffigurazione del santo assorto in preghiera dinanzi al crocifisso e al teschio, trova espressione un equilibrio magistrale fra la concezione naturalistica e una maniera pittorica raffinata. Il colorismo e il sapiente luminismo attirano l'attenzione dell'osservatore sul volto emaciato di San Francesco, dalle labbra dischiuse, e sulle mani in piena luce, contribuendo così ad accentuare la spiritualità del dipinto.

L'opera può esser paragonata a tutta una serie di raffigurazioni di santi dello Spagnoletto di quello stesso periodo: il San Giovanni Battista, Santa Maria Maddalena in preghiera e San Bartolomeo (tutti al Prado, Madrid) e il San Giovanni Evangelista battuto al Dorotheum di Vienna il 13 aprile 2011 come lotto 481.

Il dipinto in esame deve aver esercitato una certa influenza, poiché ne sono note diverse versioni, una di queste menzionata da Spinosa già nella collezione Sabatello (Spinosa 2003, n. A294) e una versione della bottega di Ribera (Chartes, Musée des Beaux-Arts; vedi A. Brejon de Lavergnée e N. Volle, Musées de France. Répertoire des peintures italiennes du XVII siècle, Paris 1988, pag. 408).