Lotto No. 531


Giovanni Francesco Barbieri, Il Guercino


Giovanni Francesco Barbieri,  Il Guercino - Dipinti antichi

(Cento 1591–1666 Bologna)
San Francesco di Paola,
olio su tela, cm 130 x 102, con cornice.

Con iscrizione di Ubaldo Antonio Marchi e datato 1726 sul retro della tela.
Sul retro del telaio figura l'iscrizione: J3

Provenienza:
Francesco Manganoni, Rimini;
Giuseppe Maria Manganoni, Rimini (1668);
Giuseppe Antonio Manganoni, Rimini (1726);
in via ereditaria a Ottavio II Zollio, figlio di Giovanni Battista Zollio, Rimini (1736)
Giovanni Battista II Zollio, Rimini (1755);
il figlio di questi Carlo Zollio, Rimini (1788);
in via ereditaria a Vincenzo Salvoni (intorno al 1850);
collezione Ripa, fino al 1913;
asta , Sotheby´s, Milano, 16 novembre 2010, lotto 19 (come attribuito al Guercino).

Documentazione:
Archivio di Stato di Rimini, Atti di G.B. Ceci, 1687–1689, c. 184: Inventario de’ Beni stabili e Mobili di ragione dell’Heredità del quondam Signor Francesco Manganoni di Rimini, 25 gennaio 1689, Nota de’ Quadri che sono in Casa: “[17] 8. S. Francesco di Paola viaggiante“.
Archivio di Stato di Rimini, Atti di G. A. Sperindio, c. 111r: Inventario “mobilium hereditatis quondam Francisci Manganoni, 28 luglio 1727: “Nella Stanza contigua [alla Sala] a Sinistra: Nove quadri appesi al muro con cornici intagliate, e dorate alti braccia due, larghi braccia uno, e 5/6 di mano disse del Guerzino con adietro la memoria, sottoscrizione, e segno del notaro Sig.e Ubaldo Antonio Marchi sotto li 7 ottobre 1726 rappresentanti le sottonotate figure, cioè [...] L'altro un S. Fran[ces]co di Paola viaggiante“.
Archivio di Stato di Rimini, Atti di A.D. Giorgetti, 30 dicembre 1755, cc. 1–8, inventario redatto alla morte di Ottavio Il Zollio: “Nell’altra Camera che guarda la strada Maestra: undici quadri che diconsi del Guercini rap. Il p[rim]o S. Francesco di Paola“.

Mostre:
Rimini, Museo della città, Guercino ritrovato. Collezioni e committenze riminesi. 1642–1660, 8 novembre 2002 – 23 febbraio 2003, n. 8

Bibliografia:
P. G. Pasini, Per il Guercino in Romagna, in: Romagna arte e storia, n. 31, 1991, pag. 47, pp. 51/56 e pag. 64, tav. 9.
Guercino ritrovato. Collezioni e committenze riminesi 1642-1660, catalogo della mostra Pier Giorgio Pasini (a cura di), Museo della Città, Rimini, novembre 2002 – febbraio 2003, pag. 116, (come “Guercino e bottega “);
ibidem P. Meldrini “Un tesoro della pittura. Le fonti documentarie della quadreria di Francesco Manganoni”, pp. 43–55;
L. Muti, Presentazioni e precisazioni sull'arte di Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, e sulla collezione Manganoni costituita a Rimini nella seconda metà' del Seicento, in: A tu per tu con la pittura. Studi e ricerche di storia dell'arte, a cura di L. Muti, D. De Sarno Prignano (Arte documento, 10), Faenza 2002, pag. 99, pag. 104, nota 40 (come presumibilmente Guercino);
D. de Sarno Prignano, Ripensando al Guercino, in: L. Muti e D. De Sarno Prignano, Capolavori in proscenio. Dipinti del Cinque, Sei e Settecento, Faenza 2006, pag. 106, tav. 13, pag. 102 (come Guercino).

Siamo grati a Nicholas Turner per aver confermato l'attribuzione del dipinto in esame dopo averne preso visione dal vivo.

L'esecuzione precisa e il luminismo chiaro conferiscono a questo dipinto un'inusitata raffinatezza. Entrambe le cose depongono a favore del periodo tardo di Guercino, del quale si è conservato un numero relativamente basso di opere. Brani come il volto del santo o le sue mani, e la cappelletta che appare in lontananza (che pare essere una curiosa anticipazione degli edifici fantastici di Gainsborough) testimoniano dell'immutata magia del pennello del maestro. Il santo ritratto a mezza figura mentre rivolge gli occhi al cielo, dinanzi ad un paesaggio argentato, quasi traslucido, emana una notevole forza spirituale e fa l'effetto di un'icona memorabile.
E' difficile comprendere come gli esperti in tempi recenti potessero ritenere che un'invenzione pittorica di tale originalità ed espressività potesse essere un lavoro comune del Guercino e della sua bottega (Guercino ritrovato. Collezioni e committenze riminesi 1642–1660, catalogo della mostra , a cura di Pier Giorgio Pasini, Museo della Città, Rimini, novembre 2002 – febbraio 2003, pag. 116, come “Guercino e bottega“), tanto più che l'attribuzione di recente è stata interamente riconosciuta da De Sarno Prignano (De Sarno Prignano 2006).
Il dipinto fa parte di un gruppo di opere commissionate negli ultimi anni di vita del pittore da Francesco Manganoni, mercante di stoffe di Rimini: cinque di esse sono riportate nel libro dei conti del pittore in data 29 settembre 1659 come “cinque mezze figure“, mentre il dipinto in esame compare insieme ad altri tre per la prima volta nell'inventario degli averi di Francesco Manganoni (vedi Documentazione del 1689). Il gruppo presenta identiche misure ed un'analoga cornice.
Benché questo San Francesco di Paola non compaia nel libro dei conti del Guercino, la qualità eccezionale dell'esecuzione è sufficiente per definire quest'opera come dipinto autografo del Guercino. Inoltre questo dipinto, come tutti i quadri del gruppo Manganoni, reca un'iscrizione del 1726 dell'avvocato Ubaldo Antonio Marchi, che conferma l'autenticità del quadro. Grazie a questa iscrizione il dipinto in esame può essere identificato come una delle opere che compaiono nell'inventario compilato nel 1727 dopo la morte di Giuseppe Maria Manganoni, erede di Francesco, dove l'attribuzione a Guercino riflette senza dubbio la corretta attribuzione tradizionale all'interno della famiglia (vedi documentazione).
Pasini fa notare che l'appartenenza del San Francesco di Paola al ciclo di santi a mezza figura per Manganoni allude al collegamento fra il committente e l'ordine dei Minimi di San Francesco di Paola. Nel 1659 Manganoni aveva donato alla Chiesa di Francesco di Paola, chiesa dell'ordine dei Minimi a Rimini, il Sant'Antonio di Padova del Guercino per l'altare maggiore; il quadro si trova oggi al Museo della Città (Salerno, I dipinti del Guercino, Roma 1988, n. 331). La vicinanza stilistica del dipinto in esame con la pala d'altare di Rimini allude al fatto che entrambe le opere, che oltretutto erano destinate al medesimo committente, furono eseguite più o meno nella stessa epoca.

Siamo grati a Nicholas Turner per l'aiuto prestato nella catalogazione del dipinto in esame.

15.10.2013 - 18:00

Stima:
EUR 100.000,- a EUR 150.000,-

Giovanni Francesco Barbieri, Il Guercino


(Cento 1591–1666 Bologna)
San Francesco di Paola,
olio su tela, cm 130 x 102, con cornice.

Con iscrizione di Ubaldo Antonio Marchi e datato 1726 sul retro della tela.
Sul retro del telaio figura l'iscrizione: J3

Provenienza:
Francesco Manganoni, Rimini;
Giuseppe Maria Manganoni, Rimini (1668);
Giuseppe Antonio Manganoni, Rimini (1726);
in via ereditaria a Ottavio II Zollio, figlio di Giovanni Battista Zollio, Rimini (1736)
Giovanni Battista II Zollio, Rimini (1755);
il figlio di questi Carlo Zollio, Rimini (1788);
in via ereditaria a Vincenzo Salvoni (intorno al 1850);
collezione Ripa, fino al 1913;
asta , Sotheby´s, Milano, 16 novembre 2010, lotto 19 (come attribuito al Guercino).

Documentazione:
Archivio di Stato di Rimini, Atti di G.B. Ceci, 1687–1689, c. 184: Inventario de’ Beni stabili e Mobili di ragione dell’Heredità del quondam Signor Francesco Manganoni di Rimini, 25 gennaio 1689, Nota de’ Quadri che sono in Casa: “[17] 8. S. Francesco di Paola viaggiante“.
Archivio di Stato di Rimini, Atti di G. A. Sperindio, c. 111r: Inventario “mobilium hereditatis quondam Francisci Manganoni, 28 luglio 1727: “Nella Stanza contigua [alla Sala] a Sinistra: Nove quadri appesi al muro con cornici intagliate, e dorate alti braccia due, larghi braccia uno, e 5/6 di mano disse del Guerzino con adietro la memoria, sottoscrizione, e segno del notaro Sig.e Ubaldo Antonio Marchi sotto li 7 ottobre 1726 rappresentanti le sottonotate figure, cioè [...] L'altro un S. Fran[ces]co di Paola viaggiante“.
Archivio di Stato di Rimini, Atti di A.D. Giorgetti, 30 dicembre 1755, cc. 1–8, inventario redatto alla morte di Ottavio Il Zollio: “Nell’altra Camera che guarda la strada Maestra: undici quadri che diconsi del Guercini rap. Il p[rim]o S. Francesco di Paola“.

Mostre:
Rimini, Museo della città, Guercino ritrovato. Collezioni e committenze riminesi. 1642–1660, 8 novembre 2002 – 23 febbraio 2003, n. 8

Bibliografia:
P. G. Pasini, Per il Guercino in Romagna, in: Romagna arte e storia, n. 31, 1991, pag. 47, pp. 51/56 e pag. 64, tav. 9.
Guercino ritrovato. Collezioni e committenze riminesi 1642-1660, catalogo della mostra Pier Giorgio Pasini (a cura di), Museo della Città, Rimini, novembre 2002 – febbraio 2003, pag. 116, (come “Guercino e bottega “);
ibidem P. Meldrini “Un tesoro della pittura. Le fonti documentarie della quadreria di Francesco Manganoni”, pp. 43–55;
L. Muti, Presentazioni e precisazioni sull'arte di Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino, e sulla collezione Manganoni costituita a Rimini nella seconda metà' del Seicento, in: A tu per tu con la pittura. Studi e ricerche di storia dell'arte, a cura di L. Muti, D. De Sarno Prignano (Arte documento, 10), Faenza 2002, pag. 99, pag. 104, nota 40 (come presumibilmente Guercino);
D. de Sarno Prignano, Ripensando al Guercino, in: L. Muti e D. De Sarno Prignano, Capolavori in proscenio. Dipinti del Cinque, Sei e Settecento, Faenza 2006, pag. 106, tav. 13, pag. 102 (come Guercino).

Siamo grati a Nicholas Turner per aver confermato l'attribuzione del dipinto in esame dopo averne preso visione dal vivo.

L'esecuzione precisa e il luminismo chiaro conferiscono a questo dipinto un'inusitata raffinatezza. Entrambe le cose depongono a favore del periodo tardo di Guercino, del quale si è conservato un numero relativamente basso di opere. Brani come il volto del santo o le sue mani, e la cappelletta che appare in lontananza (che pare essere una curiosa anticipazione degli edifici fantastici di Gainsborough) testimoniano dell'immutata magia del pennello del maestro. Il santo ritratto a mezza figura mentre rivolge gli occhi al cielo, dinanzi ad un paesaggio argentato, quasi traslucido, emana una notevole forza spirituale e fa l'effetto di un'icona memorabile.
E' difficile comprendere come gli esperti in tempi recenti potessero ritenere che un'invenzione pittorica di tale originalità ed espressività potesse essere un lavoro comune del Guercino e della sua bottega (Guercino ritrovato. Collezioni e committenze riminesi 1642–1660, catalogo della mostra , a cura di Pier Giorgio Pasini, Museo della Città, Rimini, novembre 2002 – febbraio 2003, pag. 116, come “Guercino e bottega“), tanto più che l'attribuzione di recente è stata interamente riconosciuta da De Sarno Prignano (De Sarno Prignano 2006).
Il dipinto fa parte di un gruppo di opere commissionate negli ultimi anni di vita del pittore da Francesco Manganoni, mercante di stoffe di Rimini: cinque di esse sono riportate nel libro dei conti del pittore in data 29 settembre 1659 come “cinque mezze figure“, mentre il dipinto in esame compare insieme ad altri tre per la prima volta nell'inventario degli averi di Francesco Manganoni (vedi Documentazione del 1689). Il gruppo presenta identiche misure ed un'analoga cornice.
Benché questo San Francesco di Paola non compaia nel libro dei conti del Guercino, la qualità eccezionale dell'esecuzione è sufficiente per definire quest'opera come dipinto autografo del Guercino. Inoltre questo dipinto, come tutti i quadri del gruppo Manganoni, reca un'iscrizione del 1726 dell'avvocato Ubaldo Antonio Marchi, che conferma l'autenticità del quadro. Grazie a questa iscrizione il dipinto in esame può essere identificato come una delle opere che compaiono nell'inventario compilato nel 1727 dopo la morte di Giuseppe Maria Manganoni, erede di Francesco, dove l'attribuzione a Guercino riflette senza dubbio la corretta attribuzione tradizionale all'interno della famiglia (vedi documentazione).
Pasini fa notare che l'appartenenza del San Francesco di Paola al ciclo di santi a mezza figura per Manganoni allude al collegamento fra il committente e l'ordine dei Minimi di San Francesco di Paola. Nel 1659 Manganoni aveva donato alla Chiesa di Francesco di Paola, chiesa dell'ordine dei Minimi a Rimini, il Sant'Antonio di Padova del Guercino per l'altare maggiore; il quadro si trova oggi al Museo della Città (Salerno, I dipinti del Guercino, Roma 1988, n. 331). La vicinanza stilistica del dipinto in esame con la pala d'altare di Rimini allude al fatto che entrambe le opere, che oltretutto erano destinate al medesimo committente, furono eseguite più o meno nella stessa epoca.

Siamo grati a Nicholas Turner per l'aiuto prestato nella catalogazione del dipinto in esame.


Hotline dell'acquirente lun-ven: 10.00 - 17.00
old.masters@dorotheum.at

+43 1 515 60 403
Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 15.10.2013 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 05.10. - 15.10.2013

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