Lotto No. 825


Pierre Peyron (Aix-en-Provence 1744–1814 Parigi)


La morte di Alcesti, olio su tela, 96 x 106 cm, con cornice

Provenienza:
Francia, Collezione privata.

Ringraziamo il signor Udolpho van de Sandt, autore del Catalogue Raisonné delle opere di Peyron, che ha confermato il presente dipinto come replica autografa del quadro realizzato nel 1794, oggi al North Carolina Museum of Art, Raleigh. Quest’ultimo è a sua volta una variante del dipinto di grandi dimensioni del Louvre, Parigi.

Peyron, dapprima allievo della scuola di disegno di Aix-en-Provence e poi diLouis-Jean-François Lagrenée dit l’Aîné a Parigi,ottenne nel 1773 il gram premio per la pittura de l’ Académie superando il suo concorrente, Jacques-Louis David. Nel 1775 si traferì a Roma, ospite de l’Académie. Il soggiorno romano di Peyron fu rinnovato più volte, a opera del suo protettore, il conte d’ Angiviller, Directeur des Bâtiments du Roi. Le sue opere realizzate in quel periodo dichiarano nettamente l’influenza di Poussin. Dal 1782 Peyron tornò a vivere a Parigi. Un anno più tardi fu ammesso a l’Académie. Nel 1785 egli espose “La mort d’Alceste”, la sua prova d’ammissione per l’Accademia (oggi al Louvre), al Salon parigino. Il suo concorrente David vi presentò il “Giuramento degli Orazi”, con il quale trionfò. All’incirca in quel periodo Peyron, sempre sostenuto dal conte d’Angiviller, fu nominato “Inspecteur Général” delle manifatture Gobelin. Nel 1787 egli fu accolto tra gli accademici. In quello stesso anno espose al Salon la “Morte di Socrate”.

Accanto al suo quadro era esposto il dipinto di David con lo stesso tema, che il pubblico preferì all’opera di Peyron. Nel 1792 egli perse l’ispettorato alle manifatture Gobelin e si trasferì in un appartamento per funzionari al Louvre. A partire da quel momento la sua produzione pittorica si ridusse e egli si dedicò intensamente alla illustrazione di libri. Allla sua morte nel 1814, il suo antico rivale David disse accanto alla sua tomba: “Peyron m’a ouvert les yeux...”. Peyron rappresenta qui un avvenimento della mitologia, che è anche il tema di una tragedia di Euripide. Alcesti, figlia del re Pelia, aveva così tanti pretendenti che suo padre fece proclamare che la figlia sarebbe andata in sposa soltanto a colui che fosse riuscito a far trainare il carro nuziale da un cinghiale e da un leone. Admeto riuscì nell’impresa con l’aiuto di Apollo, obbligato a servirlo da Zeus, quale espiazione per una sua disubbidienza. Admeto però trascurò di rendere sacrificio ad Artemide per ringraziarla del suo successo. La dea offesa inviò dei serpenti nella stanza nuziale quale presagio della morte imminente di Admeto. Apollo riusci invero a strappare alle Parche la promessa che Admeto sarebbe rimasto in vita, se un altro avesse preso il suo posto, ma non si trovò nessuno che si offrisse di compiere tale nobile sacrificio. A sacrificarsi per lui infine fu la giovane sposa Alcesti. Dopo la sua morte lo sposo inconsolabile fu visitato da Ercole, che si offerse di salvare la sua sposa in segno di gratitudine per la sua ospitalità. E’ l’eroe riuscì in effetti a convincere Ade, il dio degli inferi, a restituire Alcesti intatta al suo sposo. Un episodio drammatico e pieno di sentimento che fu raffigurato nel 1790 anche dalla pittrice coeva di Peyron, Angelika Kauffmann (il dipinto è oggi al Vorarlberger Landesmuseum, Bregenz).

Esperto: Dr. Alexander Strasoldo Dr. Alexander Strasoldo
+43-1-515 60-556

old.masters@dorotheum.com

17.10.2012 - 18:00

Stima:
EUR 30.000,- a EUR 40.000,-

Pierre Peyron (Aix-en-Provence 1744–1814 Parigi)


La morte di Alcesti, olio su tela, 96 x 106 cm, con cornice

Provenienza:
Francia, Collezione privata.

Ringraziamo il signor Udolpho van de Sandt, autore del Catalogue Raisonné delle opere di Peyron, che ha confermato il presente dipinto come replica autografa del quadro realizzato nel 1794, oggi al North Carolina Museum of Art, Raleigh. Quest’ultimo è a sua volta una variante del dipinto di grandi dimensioni del Louvre, Parigi.

Peyron, dapprima allievo della scuola di disegno di Aix-en-Provence e poi diLouis-Jean-François Lagrenée dit l’Aîné a Parigi,ottenne nel 1773 il gram premio per la pittura de l’ Académie superando il suo concorrente, Jacques-Louis David. Nel 1775 si traferì a Roma, ospite de l’Académie. Il soggiorno romano di Peyron fu rinnovato più volte, a opera del suo protettore, il conte d’ Angiviller, Directeur des Bâtiments du Roi. Le sue opere realizzate in quel periodo dichiarano nettamente l’influenza di Poussin. Dal 1782 Peyron tornò a vivere a Parigi. Un anno più tardi fu ammesso a l’Académie. Nel 1785 egli espose “La mort d’Alceste”, la sua prova d’ammissione per l’Accademia (oggi al Louvre), al Salon parigino. Il suo concorrente David vi presentò il “Giuramento degli Orazi”, con il quale trionfò. All’incirca in quel periodo Peyron, sempre sostenuto dal conte d’Angiviller, fu nominato “Inspecteur Général” delle manifatture Gobelin. Nel 1787 egli fu accolto tra gli accademici. In quello stesso anno espose al Salon la “Morte di Socrate”.

Accanto al suo quadro era esposto il dipinto di David con lo stesso tema, che il pubblico preferì all’opera di Peyron. Nel 1792 egli perse l’ispettorato alle manifatture Gobelin e si trasferì in un appartamento per funzionari al Louvre. A partire da quel momento la sua produzione pittorica si ridusse e egli si dedicò intensamente alla illustrazione di libri. Allla sua morte nel 1814, il suo antico rivale David disse accanto alla sua tomba: “Peyron m’a ouvert les yeux...”. Peyron rappresenta qui un avvenimento della mitologia, che è anche il tema di una tragedia di Euripide. Alcesti, figlia del re Pelia, aveva così tanti pretendenti che suo padre fece proclamare che la figlia sarebbe andata in sposa soltanto a colui che fosse riuscito a far trainare il carro nuziale da un cinghiale e da un leone. Admeto riuscì nell’impresa con l’aiuto di Apollo, obbligato a servirlo da Zeus, quale espiazione per una sua disubbidienza. Admeto però trascurò di rendere sacrificio ad Artemide per ringraziarla del suo successo. La dea offesa inviò dei serpenti nella stanza nuziale quale presagio della morte imminente di Admeto. Apollo riusci invero a strappare alle Parche la promessa che Admeto sarebbe rimasto in vita, se un altro avesse preso il suo posto, ma non si trovò nessuno che si offrisse di compiere tale nobile sacrificio. A sacrificarsi per lui infine fu la giovane sposa Alcesti. Dopo la sua morte lo sposo inconsolabile fu visitato da Ercole, che si offerse di salvare la sua sposa in segno di gratitudine per la sua ospitalità. E’ l’eroe riuscì in effetti a convincere Ade, il dio degli inferi, a restituire Alcesti intatta al suo sposo. Un episodio drammatico e pieno di sentimento che fu raffigurato nel 1790 anche dalla pittrice coeva di Peyron, Angelika Kauffmann (il dipinto è oggi al Vorarlberger Landesmuseum, Bregenz).

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Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 17.10.2012 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 06.10. - 17.10.2012

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