La Maddalena penitente, olio su tela, cm 65 x 54, in cornice

Siamo grati al professor Daniele Benati (comunicazione scritta ), al professor Andrea Emiliani (comunicazione scritta ) e a Nicholas Turner, per aver indipendentemente confermato l’autografia del dipinto in oggetto.

Guido Reni tornò più volte sul soggetto della Maddalena, evidentemente assai caro al collezionismo privato.

Numerose sono le versioni autografe di Reni di confronti che si possono richiamare utili anche per precisare una data d’esecuzione della tela intorno alla metà degli anni Trenta, nell’ultima suggestiva attività inventiva e poetica del pittore bolognese. E proprio a questi anni rinvia poi la libertà estrema con cui Reni realizza le mani, lavorando direttamente con il pennello, egli ne stacca le dita con rapidi colpi scuri, avendo poi cura di alleggerirne la materia attraverso una tessitura ravviata, evidente in particolare sul dorso della mano destra.

La presente composizione può essere raffrontata con la Maddalena a tre quarti di figura del Musée des Beaux-Arts, Quimper, più chiusa nella forma e dunque leggermente precedente (a una data intorno al 1627-28 pensa di fatto S. Pepper, Guido Reni. L’opera completa, Torino, 1988, fig. 100), per passare poi all’esemplare a mezzo busto, ma in posa diversa, del castello di Versailles (ibidem, fig. 106), alla bellissima redazione a figura intera di palazzo Corsini, Roma, databile intorno al 1631-32, e infine a quella ancora a mezzo busto della National Gallery, Londra, databile sul 1634-35.

Alla metà degli anni Trenta Reni ultimò anche varie composizioni di grande formato che aveva iniziato negli anni Venti :la Madonna con Bambino e i santi Tommaso e Girolamo, nel Vaticano, la Beschneidung di Cristo nella chiesa di San Martino a Siena e il Trionfo di Giobbe a Notre-Dame, Parigi.