Due musicanti, olio su tela, cm 82 x 68,5, in cornice

Provenienza:
collezione privata, Monaco di Baviera.

Bibliografia:
J. Zimmer, Joseph Heintz der Ältere als Maler, Weissenhorn 1971, p. 150, numero D 11, al capitolo “Verschollene Gemälde” (Dipinti scomparsi) (“Due musicanti, inventario di Vienna 1610–19 numero 67: Ein pfeifer und geigerin von Joseh Hainzen. Später nirgends nachzuweisen...”) [Un flautista e un violinista di Joseh Hainzen. Ubicazione in seguito ignota]

Esiste una perizia del Prof. DaCosta Kaufmann basata su una fotografia ad alta definizione. 

Nel catalogo “Eros und Mythos - Kunst am Hof Rudolfs II.” (KHM, Wien, 1995) viene così riassunta la biografia di Joseph Haintz: “Figlio di un architetto, nacque a Basilea nel 1564, morì nel 1609 a Praga. Da giovane fu fortemente influenzato da Holbein. Dal 1584 al 1589 soggiornò in Italia (Venezia , Firenze, Roma). Disegnò per lo più copie di opere d’epoca classica e di maestri del Rinascimento. Karel van Mander lo definì ‘praticamente allievo’ di Hans von Aachen. Nel 1591 fu ai servigi del principe elettore di Sassonia, allo stesso tempo “pittore da camera’ dell’imperatore Rodolfo II. Nel 1592 per incarico dell’imperatore intraprese un viaggio in Italia per eseguire copie di opere d’epoca classica e di celebri opere d’arte, nonché per eseguire acquisti per l’imperatore. Nel 1594 è di nuovo a Praga. Nel 1596/98 si reca in viaggio in Germania e in Svizzera. Vari soggiorni ad Augusta; nel 1600 circa ritorna a Praga, dove il suo nome compare nell’elenco dei membri della corte. Nel 1602 viene nobilitato. In qualità di esperto di architettura al servizio della famiglia Wittelsbach, è attivo come consulente ad Augusta e a Neuburg an der Donau. Nel 1603/04 è ritrattista di corte a Graz. Fra il 1604 ed il 1609 alterna soggiorni a Praga a viaggi per incarico dell’imperatore ad Innsbruck e Augusta, dove è documentato varie volte. Lo stile elegante e morbido di Joseph Heintz subì l’ascendente, oltre che di Hans von Aachen e Holbein, di Correggio, Veronese e soprattutto di Federico Barocci...”.