(Oberndorf 1891–1958 Kitzbühel)
In taverna, monogrammato AW, sul verso etichetta adesiva (xilografia): Alfons Walde Kitzbühel Tirol, olio su cartone, 27,5 x 29,8 cm, con cornice

Il dott. Gert Ammann ha esaminato la presente opera in originale nel marzo del 2018 e dato conferma orale della sua autenticità.

Registrato:
Archivio Walde n. D-FI-241

Provenienza:
Collezione privata, Linz

Estratto da una lettera di Alfons Walde a Gustinus Ambrosi, datata Kitzbühel 2 giugno 1925
Caro Ambrosi,
ora che sei tornato sano e salvo da Roma, puoi considerare con soddisfazione tutto quanto come un successo. Se pensi a quanta forza ed energia hai dovuto profondere in questa pericolosa battaglia, ognuno di coloro per i quali hai lavorato è molto in debito con te. Ciò che hai fatto per me è stato del tutto disinteressato. Mi hai spronato a proseguire, o mi hai tirato per i capelli via dall’angolo, molto prima di quanto avrei osato io. Spero che non deluderò te o quelli che credono in me. Oggi, mi sento come spinto in avanti, e sento di esperire una singolare chiarezza. Sono sempre meno interessato dalle opere degli altri artisti. Da loro non posso trarre alcunché. Soltanto la natura resta il mio modello.
Al momento, il mio lavoro è finalizzato al guadagno, e si concentra unicamente su formati di dimensioni piccole o medie. Ho bisogno di dipingere quadri che so di poter riuscire a vendere, e oggigiorno non è facile. Mi servono soldi per il mio lavoro futuro, e una vita frugale e il risparmio per me non sono più giustificabili neanche dalla più grande opera d’arte. Questo idealismo esisteva tanto tempo fa. In fin dei conti, ho anche una moglie che ha bisogno di cibo e di vestiti, e un tale idealismo danneggerebbe molto la mia condizione. […]

Sotto molti aspetti, è una cosa buona che il desiderio di acquistare opere d’arte sia diminuito. L’esercito di dilettanti e imbroglioni (arte moderna) scomparirà, e sopravviveranno i puri e gli autentici. L’opera d’arte deve esistere su un piano individuale, e deve essere concepita in modo tale da sembrare qualcosa di strano e prezioso al profano. Deve esistere in modo tale che semplicemente non possa essere copiata. Se osservo un Velasquez o un Rembrandt questa sensazione emerge immediatamente. – Le cose rare sono preziose. Guarda solo all’oro. – Viviamo in una grande epoca, nella quale la chiarezza è più imminente che mai. I russi sono più avanti di chiunque altro. Sanno quello che vogliono. Forma chiara. Rilevanti sono l’argomento e il concetto, non la tecnica. Ognuno dovrebbe dipingere la cosa nel modo in cui la vede, non altrimenti.
Sicché descrivere bene = requisito fondamentale.
Concezione personale in linea con lo spirito dell’epoca = lo stato dell’opera.
La prima cosa costituisce un filtro grossolano, la seconda un filtro ancor più grossolano, entrambi insieme il più grossolano di tutti. […]