Lotto No. 184


Giovanni Baglione


(Roma 1666- 1644) Venere con Amorini e Cupido, olio su ardesia, 32 x 41 cm, con cornice,

Il dipinto raffigura una Venere dormiente, circondata da tre amorini impegnati in diverse azioni: uno solleva la tenda del baldacchino, in un atto di ‘svelamento’, l’altro sulla destra tende l’arco con freccia in direzione di Venere mentre il suo compagno all’estrema sinistra spegne la fiaccola simbolo di amore e passione versando acqua da una brocca. La Venere svelata è ‘castamente’ coperta da una veste trasparente e da un lenzuolo blù, i simboli della vanità, i gioielli e lo specchio, sono abbandonati sul tavolino all’estrema destra della composizione. Il giovane Baglione, mostra qui ancora una forte influenza del Cavalier d’Arpino, nella la cui bottega lavora a lungo tra fine Cinquecento e primi anni del Seicento partecipando alle numerose imprese del papato di Clemente VIII Aldobrandini. Sono ancora presenti stilemi manieristi come le mani allungate della Venere e le pose scattanti e poco naturali degli amorini. Il carattere ‘nervoso’ del disegno anima la scena movimentata anche dall’uso della luce. Caratteri stilistici vicini a quelli mostrati dalle due figure dei Santi Pietro e Paolo eseguiti nel 1600 per la chiesa di Santa Cecilia in Trastevere a Roma. Dal punto di vista compositivo un confronto nei panneggi e nella definizione dei volumi si può ravvisare nell’ Ercole al Bivio della Slovenska Galeria di Lubiana, altra opera giovanile dell’artista, ascrivibile ancora agli ultimi anni del Cinquecento. Il dipinto, con il soggetto, la ricchezza cromatica, supportata dall’utilizzo dell’ardesia, la composizione nel suo insieme, dove i particolari lussuosi si dispongono agli estremi, avrebbe ben figurato in una delle ‘stanze delle Veneri’ presenti nelle dimore nobiliari del XVII secolo.

Esperto: Mark MacDonnell Mark MacDonnell
+43 1 515 60 403

mark.macdonnell@dorotheum.at

21.04.2010 - 18:00

Stima:
EUR 30.000,- a EUR 40.000,-

Giovanni Baglione


(Roma 1666- 1644) Venere con Amorini e Cupido, olio su ardesia, 32 x 41 cm, con cornice,

Il dipinto raffigura una Venere dormiente, circondata da tre amorini impegnati in diverse azioni: uno solleva la tenda del baldacchino, in un atto di ‘svelamento’, l’altro sulla destra tende l’arco con freccia in direzione di Venere mentre il suo compagno all’estrema sinistra spegne la fiaccola simbolo di amore e passione versando acqua da una brocca. La Venere svelata è ‘castamente’ coperta da una veste trasparente e da un lenzuolo blù, i simboli della vanità, i gioielli e lo specchio, sono abbandonati sul tavolino all’estrema destra della composizione. Il giovane Baglione, mostra qui ancora una forte influenza del Cavalier d’Arpino, nella la cui bottega lavora a lungo tra fine Cinquecento e primi anni del Seicento partecipando alle numerose imprese del papato di Clemente VIII Aldobrandini. Sono ancora presenti stilemi manieristi come le mani allungate della Venere e le pose scattanti e poco naturali degli amorini. Il carattere ‘nervoso’ del disegno anima la scena movimentata anche dall’uso della luce. Caratteri stilistici vicini a quelli mostrati dalle due figure dei Santi Pietro e Paolo eseguiti nel 1600 per la chiesa di Santa Cecilia in Trastevere a Roma. Dal punto di vista compositivo un confronto nei panneggi e nella definizione dei volumi si può ravvisare nell’ Ercole al Bivio della Slovenska Galeria di Lubiana, altra opera giovanile dell’artista, ascrivibile ancora agli ultimi anni del Cinquecento. Il dipinto, con il soggetto, la ricchezza cromatica, supportata dall’utilizzo dell’ardesia, la composizione nel suo insieme, dove i particolari lussuosi si dispongono agli estremi, avrebbe ben figurato in una delle ‘stanze delle Veneri’ presenti nelle dimore nobiliari del XVII secolo.

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Asta: Dipinti antichi
Tipo d'asta: Asta in sala
Data: 21.04.2010 - 18:00
Luogo dell'asta: Vienna | Palais Dorotheum
Esposizione: 10.04. - 21.04.2010

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