(nato a Mendoza, Argentina nel 1928, vive e lavora a Parigi)
Ondes 106 serie 3 n. 8, 1973, firmato e datato 1973sul verso, acrilico su tela, 195 x 130 cm, con cornice

L’opera è accompagnata da certificazione fotografica con firma dell’artista

Si ringrazia l’Atelier Le Parc per avere confermato l’autenticità dell’opera.

Provenienza:
Galleria La Polena, Genova (etichetta sul verso e timbro sul certificato)
Collezione privata europea

Esposizione:
Genova, Le Parc, Galleria La Polena, 12 dicembre 1973–9 gennaio 1974, catalogo della mostra con riproduz. e firma dell’artista

La ricerca coloristica di Julio le Parc inizia nell’ormai lontano 1959, con dei princìpi ben saldi in testa e con l’obiettivo di sperimentare tutte le possibili combinazioni derivanti dai 14 colori scelti in prima istanza. I primi esperimenti erano molto semplici ed eseguiti a guazzo.

I pochi colori selezionati venivano sovrapposti in linee verticali, orizzontali e diagonali; le molteplici commistioni ricavate da un sistema semplice e rigoroso venivano posizionate su fogli trasparenti di rodoide:

“Quest’ultima tecnica mi permetteva di ottenere qualsiasi tipo di permutazione. Successivamente, inventai un piccolo macchinario con nastri trasparenti dove potevano apparire tutte le mie sfumature cromatiche. Alternandole, ero in grado di ottenere un’incredibile gamma di mescolanze.”

Un tema particolarmente caro a le Parc, quello del colore come espressione della natura:
“La nature nous donne la notion du temps par la couleur, à travers des changements successifs, et la couleur, c’est quelque chose de vivant qui se multiplie avec ces transformations. Quand on apprend un peu: quelle merveille, la couleur invisible qui transite par la lumière! […]
Et les peuples primitifs (tout aussi savants) cherchant des pigments dans les pierres et dans les végétaux pour peindre leurs corps, teindre les tissus et les plumes, et construire avec eux des cérémonies collectives, magiques”.
(La natura ci dà la nozione del tempo attraverso i colori, tramite i cambiamenti che si susseguono, ed il colore è qualcosa di vivente che si moltiplica con le sue trasformazioni. Quando lo capiamo un poco: che meraviglia il colore invisibile che transita attraverso la luce! […]

E i popoli primitivi (anch’essi tutti sapienti) cercavano pigmenti nelle pietre e nei vegetali per dipingere i loro corpi, tingere i tessuti e le piume, e costruire con questi oggetti delle cerimonie collettive, magiche.)

“Il colore è qualcosa di molto grande; io lo associo, da parte mia, ai colori puri, forti. Tuttavia, nella vita quotidiana delle nostre città, i colori puri sono molto diluiti nella gamma dei grigi. […] Il colore è per me su un livello completamente diverso, un’altra categoria della vita. Un po’ come un passaggio per il sogno o come una porta che si apre verso un mondo migliore.”